Omaggio a Siena Jazz e a Pino Candini

Pubblicato da Antonio Ferrero Cracas

"Ci sono cose di cui oggi chi si occupa di jazz in Italia puo' sentirsi legittimamente orgoglioso - anche se molte altre attendono una soluzione degna dei livelli europei... -. La costante sicura crescita qualitativa dei nostri musicisti, ormai conosciuti ed apprezzati anche all'estero, il considerevole allargamento della base dei praticanti, la serieta' e l'originalita' di certe nostre realizzazioni discografiche, la popolarita' ed il richiamo dei principali festivals organizzati nell'estate sono i fenomeni che balzano piu' vistosamente all'occhio. Ma io credo che a costruire questa nostra nuova credibilita' abbia contribuito con merito grandissimo un aspetto della vita jazzistica italiana meno appariscente e meno reclamizzato di altri: quello dell'attivita' didattica.
In mezzo a mille difficolta' ed incomprensioni, di fronte al muro di sordita' e di supponenza elevato delle istituzioni "ufficiali", un gruppo di appassionati, con il disinteresse e la temerarieta' tipici del jazz ha ingaggiato un'ardua sfida volta a far recuperare all'Italia decenni di colpevole ritardo culturale rispetto alle maggiori nazioni europee - per non parlare, ovviamente degli Usa - che si sono date da tempo gli strumenti, i mezzi, gli uomini per attuare l'insegnamento della musica jazz. Questo gruppo di appassionati, che ha gia' vinto le sue importanti battaglie - anche se non ancora la guerra -, ha il suo nucleo piu' significativo, piu' tenace, piu' professionale a Siena.
Sono passati ormai molti anni dal giorno in cui Franco Caroni ed i suoi amici di "Siena Jazz" riuscirono finalmente a varare, tra l'incredulita' generale, il Primo Seminario Nazionale di Musica Jazz. Per quattro giorni, dal 1° al 4 agosto 1978, trentasei studenti, provenienti da un po' da tutta Italia, frequentarono con entusiasmo i cosi di sassofono, pianoforte e batteria tenuti da Claudio Fasoli, Franco D'Andrea, Bruno Biriaco, ai quali si aggiunse, nella sessione invernale, il corso di di contrabbasso tenuto da Bruno Tommaso. Ecco, questi nomi vanno ricordati come quelli dei pionieri dell'"Univerista' del jazz" di Siena."

Questo e' cio' che scrisse Pino Candini, ex direttore di "Musica Jazz", sui seminari senesi. Ho desiderato pubblicare il suo pensiero in modo che anche in questo spazio viva ancora un uomo che ha contribuito nel diffondere la magia della nostra amata musica.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sempre con fatica, eccomi!
Interessante quanto scrivi in relazione all'iniziativa di Siena.Sopratutto il seminario, che dà la possibilità agli appassionati, anche provenienti da località lontane e diverse, di avere un approccio con grandi maestri.Maestri di cui è giusto, come dici, ricordare l'impegno.
Io pensavo parlassi anche della manifestazione Jazz tenutasi in questi giorni a Torino, di cui sandro Cappelletto scriveva ieri su La Stampa.
Sicuramente arriveremo anche lì.
E' bene comuque approfondire il contesto Siena perchè mi sembra d'aver capito che Siena Jazz unitamente a Umbria Jazz siano le uniche manifestazioni di musica Jazz, le più importanti in Italia.
Poi mi dirai.
Grazie sempre. Un abbraccio e buona giornata.
Marianna

Anonimo ha detto...

E il Novara Jazz?!
:))
Irene

Antonio Ferrero Cracas ha detto...

Cara Irene,

Novara Jazz fa sicuramente parte di quelle importanti (e poche) rassegne dedicate alla musica afroamericana.

Siena Jazz è in pratica, passami il paragone, un po' la nostrana Berklee School
(http://it.wikipedia.org/wiki/Berklee_college_of_music).
Inoltre ho fantastici ricordi, in quanto anch'io ho fatto tappa lì.

Un abbraccio.
Antonio